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venerdì 2 ottobre 2015

Geoingegneria? Quale geoingegneria?

Da “The Guardian”. Traduzione di MR (via Cristiano Bottone)

I ricercatori hanno dimostrato che anche se venisse scoperta una soluzione geoingegneristica per le emissioni di CO2, non sarebbe abbastanza per salvare gli oceani 


“L'eco chimica dell'inquinamento da CO2 di questo secolo riecheggerà per migliaia di anni”, ha detto il coautore del rapporto Hans Joachim Schellnhuber Foto: Doug Perrine/Design Pics/Corbis

Di Tim Radford

Dei ricercatori tedeschi hanno dimostrato ancora una volta che il modo migliore per limitare il cambiamento climatico è quello di smettere di bruciare combustibili fossili adesso. In un “esperimento mentale” hanno cercato un'altra opzione: la drammatica rimozione in futuro di enormi volumi di biossido di carbonio dall'atmosfera. Ciò riporterebbe l'atmosfera alle concentrazioni di gas serra esistite per gran parte della storia umana – ma non salverebbe gli oceani, hanno concluso.

domenica 9 agosto 2015

Le emissioni di CO2 minacciano una crisi degli oceani

Da “BBC”. Traduzione di MR (via Bodhi Paul Chefurka)

Di Roger Harrabin, analista ambientale della BBC


Un rapporto importante avverte che la vita nei mari verrà cambiata in modo irreversibile, a meno che le emissioni di CO2 della società industriale non vengano tagliate drasticamente.


Gli scienziati hanno avvertito che la vita marina sarà irreversibilmente cambiata a meno che le emissioni di CO2 non vengano tagliate drasticamente.

Scrivendo su Science, gli esperti dicono che gli oceani si stanno riscaldando, stanno perdendo ossigeno e stanno diventando più acidi a causa del CO2. Avvertono che l'aumento massimo di temperatura di 2°C del cambiamento climatico concordato dai governi non impedirà impatti drammatici sui sistemi oceanici. E dicono che la gamma di opzioni si sta riducendo man mano che il costo di quelle opzioni va alle stelle. Ventidue grandi scienziati del mare a livello mondiale hanno collaborato al rapporto di sintesi in una sezione speciale della rivista Science. Gli scienziati dicono che gli oceani sono in grave pericolo a causa della combinazione di minacce collegate al CO2. Credono che i politici che stanno provando a risolvere il cambiamento climatico abbiano dato troppo poca attenzione agli impatti del cambiamento climatico sugli oceani. E' chiaro, dicono, che il CO2 risultato dalla combustione di combustibili fossili sta cambiando la chimica dei mari più rapidamente di qualsiasi altro periodo dall'evento catastrofico conosciuto come la Grande Moria, 250 milioni di anni fa. Avvertono che l'oceano ha assorbito quasi il 30% del biossido di carbonio che abbiamo prodotto dal 1750 e, visto che il CO2 è un gas leggermente acido, sta rendendo l'acqua di mare acida. Ha anche tamponato il cambiamento climatico assorbendo oltre il 90% del calore addizionale creato dalla società industriale dal 1970. Il calore supplementare rende più difficile per l'oceano trattenere l'ossigeno.

'Cambiamento radicale'

Diversi esperimenti recenti suggeriscono che molti organismi possono sopportare il riscaldamento futuro che ci si attende che il CO2 porti, o la diminuzione del pH, o la minore quantità di ossigeno... ma non tutto insieme. Jean-Pierre Gattuso, autore principale dello studio, ha detto: “L'oceano è stato considerato poco nei precedenti negoziati sul clima. Il nostro studio fornisce argomentazioni convincenti per un cambiamento radicale alla conferenza dell'ONU (a Parigi) sul cambiamento climatico”.



Gli oceani sono a forte rischio a causa di una combinazione di minacce

Gli scienziati avvertono che il carbonio che emettiamo oggi potrebbe cambiare il sistema terrestre in modo irreversibile per molte generazioni a venire. Carol Turley, del Laboratori Marino di Plymouth e coautrice, ha detto: “L'oceano è la linea del fronte del cambiamento climatico con la sua fisica e chimica che vengono alterate ad un tasso senza precedenti, tant'è vero che gli ecosistemi e gli organismi stanno già cambiando e continueranno a farlo man mano che emettiamo più CO2. “L'oceano ci fornisce cibo, energia, minerali, medicamenti e metà dell'ossigeno dell'atmosfera e regola il clima e il meteo. Stiamo chiedendo ai legislatori di riconoscere le potenziali conseguenze di questi cambiamenti drammatici e innalzare il profilo dell'oceano nei colloqui internazionali dove, fino ad ora, sono stati a malapena menzionati”. Gli scienziati dicono che è probabile che l'acidificazione alteri la riproduzione, la sopravvivenza delle larve e la loro alimentazione e i tassi di crescita degli organismi marini – specialmente quelli con gusci o scheletri di carbonato di calcio.

Strada pericolosa

Gli autori dicono che quanto diversi fattori di stress lavorano insieme, di tanto in tanto si cancellano a vicenda, ma più spesso moltiplicano gli effetti negativi. Gli esperti dicono che protezione delle coste, pesca, acquacoltura, salute umana e turismo saranno condizionati dai cambiamenti. Avvertono che: “Serve una immediata e sostanziale riduzione delle emissioni di CO2 per impedire impatti massicci e di fatto irreversibili sugli ecosistemi oceanici ed i loro servizi”. Il professor Manuel Barange, direttore del Laboratorio Marino di Plymouth, ha detto: “Il cambiamento climatico continuerà a colpire gli ecosistemi oceanici in modi molto significativi e la società deve prenderne atto e rispondere. Alcuni ecosistemi e servizi avranno un beneficio dal cambiamento climatico, specialmente a breve termine, ma nel complesso gli impatti sono prevalentemente negativi. “impatti negativi sono in particolare attesi nelle regioni tropicali ed in via di sviluppo, aumentando così potenzialmente difficoltà già esistenti in termini di sicurezza alimentare e di mezzi di sussistenza. Ci stiamo permettendo di viaggiare su una strada strada eccezionalmente pericolosa e lo stiamo facendo senza una valutazione delle conseguenze che avremo di fronte”.

sabato 28 febbraio 2015

Le immagini satellitari rivelano l'acidificazione dell'oceano dallo spazio

Da “Phys.org”. Traduzione di MR


Alcalinità totale dell'oceano dallo spazio. Foto: Ifremer/ESA/CNES

Le tecniche pionieristiche che usano i satelliti per monitorare l'acidificazione dell'oceano stanno per rivoluzionare il modo in cui i biologi marini e gli scienziati del clima studiano l'oceano. Questo nuovo approccio, che verrà pubblicato il 17 febbraio 2015 sulla rivista Environmental Science and Technology, offre un monitoraggio remoto di ampie fasce di oceano inaccessibili da parte di satelliti che orbitano intorno alla Terra a circa 700 km al di sopra delle nostre teste. Ogni anno, più di un quarto delle emissioni globali di CO2 provenienti dalla combustione di combustibili fossili e dalla produzione di cemento vengono catturate dagli oceani terrestri. Questo processo rende l'acqua di mare più acida, rendendo più difficile la vita di alcune specie marine. Le emissioni di CO2 in aumento e l'aumento dell'acidità dell'acqua di mare del secolo scorso ha il potenziale di devastare alcuni ecosistemi marini, una risorsa di cibo dalla quale dipendiamo, quindi il monitoraggio accurato dei cambiamenti dell'acidità dell'oceano è cruciale.

domenica 18 gennaio 2015

Temperature globali in aumento? Fosse solo quello il problema......

Da “The Guardian”. Traduzione di MR (h/t Luca Pardi)

Oceani sempre più acidi minacciano le popolazioni di mitili del mondo

Le conchiglie dei molluschi potrebbero diventare più fragili mentre il cambiamento climatico causa l'aumento dell'acidità degli oceani del mondo, hanno avvertito gli scienziati


Il biossido di carbonio in atmosfera provoca l'acidificazione degli oceani e riduce la concentrazione dei minerali di cui hanno bisogno i molluschi per costruire le loro conchiglie. Foto: Yoppy Pieter/Getty Images


La popolazione mondiale di mitili potrebbe essere minacciata se il cambiamento climatico rende gli oceani più acidi, hanno avvertito gli scienziati. Le conchiglie dei mitili diventano più fragili quando si formano in acqua più acide, ha riportato l'Università di Glasgow nella rivista della Royal Society Interface. Il biossido di carbonio nell'atmosfera è la causa per cui gli oceani diventano più acidi e riducono la concentrazione dei minerali che i mitili necessitano per generare le loro conchiglie, secondo gli scienziati. Tuttavia, hanno anche scoperto che potrebbero avere un meccanismo biologico di difesa intrinseco che aumenta lo spessore della conchiglia quando le temperature dell'acqua aumentano di 2°C.

Il dottor Fitzer ha detto: “Ciò che abbiamo scoperto in laboratorio è che gli aumentati livelli di acidificazione nei loro habitat hanno un impatto negativo sulla capacità dei mitili di creare le loro conchiglie. Abbiamo lavorato coi colleghi della nostra Scuola di Ingegneria per esaminare la durezza delle conchiglie dei mitili delle acque più acide rispetto a quelli in condizioni controllate. Ciò che abbiamo scoperto è stato che le conchiglie esterne di calcite dei mitili, superata una certa soglia di acidità erano più rigide e più dure, rendendole più fragili e soggette a rompersi sotto pressione e l'aragonite dell'interno delle conchiglie è diventata più morbida”.

L'industria dei crostacei vale più di 250 milioni di sterline all'anno nell'economia del Regno Unito e una larga parte è costituita dai mitili e dalle ostriche, ha riportato il Dipartimento per gli Affari Ambientali, Alimentari e Rurali del Regno Unito nel 2012. I mitili contribuiscono per circa 7 milioni di sterline alla sola economia scozzese, con alti crostacei che contribuiscono per 1,4 milioni di sterline, secondo l'atlante marino del governo scozzese pubblicato nel 2011.