domenica 15 marzo 2015

L'aumento del livello del mare minaccia di affogare Miami,

DaMiamiNewTimes”. Traduzione di MR (h/t Maurizio Tron

Di Tim Elfrink


Foto di Bill Cooke
Un'alluvione lampo ha lasciato la Spiaggia Sud sott'acqua nel 2009.

Vivere a Miami nel 2015 e nutrire dubbi sull'aumento del livello del mare equivale più o meno ad essere un negazionista dei vulcani a Pompei nel 79 DC. La catastrofe sta avvenendo. La sola domanda è quanto in fretta il cambiamento climatico allagherà alcune parti della Florida. La risposta, secondo un nuovo lavoro di un ricercatore dell'Università di Miami: più velocemente di quanto pensiamo.

“Mi chiedono sempre: 'Quando accadrà? Quando cominceremo a vedere l'aumento del livello del mare?'”, dice Brian McNoldy, un associato di ricerca senior alla Scuola Rosentiel di Scienze Marine e Atmosferiche dell'Università di Miami. “Ci siamo già dentro. Sta accadendo”.

Per mettere su grafico questo aumento, McNoldy di recente si è digerito due decenni di dati di una stazione di monitoraggio delle maree sulla Virginia Key. Per prima cosa, ha verificato le altezze del livello del mare massime, minime e media misurate alla stazione dal 1996, quando è stata allestita, fino ad oggi.

Nella ricerca postata la settimana scorsa, ha riportato che nel 2014, la tendenza lineare di tutte e tre è stata più alta di più di tre pollici del 1996.

Ancor più preoccupante, però, è il fatto che i dati suggeriscono che la tendenza sta accelerando. Mettendo su grafico solo la marea più alta ogni giorno e suddividendo quell'informazione in periodi di 5 anni, McNoldy ha scoperto che il livello massimo dell'alta marea è salito di una media di 0,3 pollici all'anno complessivamente – ma un molto più alto 1,27 pollici all'anno negli ultimi 5 anni.


Per gentile concessione di Brian McNoldy
Suddiviso in periodi di 5 anni, il punto di marea più alto a Virginia Key sta salendo ad un tasso nettamente in accelerazione.

“E' stato sorprendente”, dice  McNoldy. “Non mi ero reso conto che in un tempo così breve, risalendo solo al 1996, si sarebbe vista una tendenza del genere”.

Una sfida del convincere le persone a prendere sul serio la minaccia dei mari in aumento è che il cambiamento è incrementale, non è un'eruzione pompeiana improvvisa ma un disastro alla moviola.

Ma McNoldy dice che spera che i suoi dati aggiungono più combustibile alla discussione crescente su cosa fare a Miami, dove i rischi comprendono non solo miliardi di dollari in proprietà lungo la costa, ma anche una falda acquifera – la fonte di acqua potabile per milioni di persone – che potrebbe presto venire infiltrata dalle acque marine in salita.

McNoldy non ha risposte su come affrontare questi problemi, ma è felice che ne parliamo. “E' una cosa buona per Miami”, dice. “Qui le persone riconoscono quello che sta succedendo e stanno cercando di fare delle cose, mentre in altre parti del nostro paese girano le spalle”.