domenica 8 marzo 2015

Affrontare i terremoti indotti dall'iniezione di fluido

Da “Phys.org”. Traduzione di MR (h/t Cristiano Bottone)

Sull'argomento dei terremoti correlati all'iniezione di fluidi nel sottosuolo, vedi anche questo post di Aldo Piombino.

Di Susan Garcia


Sismogramma registrato da un sismografo all'Osservatorio Weston in Massachusetts, USA. Foto da Wikipedia

Un saggio pubblicato oggi su Science fornisce un caso di maggiore trasparenza e raccolta di dati per l'attivazione di strategie per mitigare gli effetti dei terremoti antropogenici causati dall'iniezione di acque reflue associate alla produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti. Il saggio è il risultato di una serie di laboratori condotti dagli scienziati dell'USGS in collaborazione con l'Università del Colorado, dell'Oklahoma Geological Survey e del Laboratorio Nazionale Lawrence di Berkeley, suggerisce che è possibile ridurre il rischio di sismicità indotta attraverso la gestione delle attività di iniezione.

Grandi aree degli Stati Uniti che erano soggette a pochi terremoti o a nessuno, negli ultimi anni hanno registrato un aumento notevole dell'attività dei terremoti che ha causato una considerevole preoccupazione e danni alle strutture. L'aumento dell'attività sismica, specialmente negli Stati Uniti centrali, non è il risultato di processi naturali. Piuttosto, l'aumento della sismicità è dovuto all'iniezione di fluido associato alle nuove tecnologie che favoriscono l'estrazione di petrolio e gas da riserve precedentemente improduttive. Queste moderne tecniche di estrazione danno come risultato grandi quantità di acque reflue prodotte insieme a petrolio e gas. Lo smaltimento di queste acque reflue attraverso la loro iniezione in profondità occasionalmente provoca terremoti che sono abbastanza forti da essere percepiti e a volte persino dannosi. L'iniezione in profondità delle acque reflue è la causa principale del drammatico aumento dei terremoti rilevati e del corrispondente aumento del rischio sismico negli Stati Uniti centrali.



“La scienza dei terremoti indotti è pronta per l'applicazione e l'obbiettivo principale del nostro studio è stato di motivare più cooperazione fra le parti interessate – compresi industria delle risorse energetiche, agenzie governative, comunità delle scienze della Terra e il grande pubblico – per lo scopo comune di ridurre le conseguenze dei terremoti indotti dall'iniezione di fluidi”, ha detto il coautore, dottor William Ellsworth, un fisico dell'USGS. L'USGS attualmente collabora con le parti interessate allo sviluppo di un modello di rischio, per i terremoti indotti negli Stati Uniti, che possa essere aggiornato di frequente in risposta ai cambiamenti di tendenza della produzione di energia. “Oltre a determinare il rischio dei terremoti indotti, ci sono altre domande che necessitano una risposta mentre si affronta la sismicità indotta dai fluidi”, ha detto l'autore principale dello studio, il geofisico dell'USGS dottor Art McGarr. “Al contrario del naturale rischio di terremoti, sul quale gli esseri umani non hanno nessun controllo, il rischio della sismicità indotta può essere ridotto. Il miglioramento delle reti sismologiche e il pubblico accesso ai dati dell'iniezione dei fluidi ci permetteranno di rilevare i problemi di terremoti indotti in fase iniziale, quando gli eventi sismici di solito sono molto piccoli, in modo da evitare terremoti grandi e potenzialmente dannosi in seguito”. “E' importante che tutte le informazioni di questo tipo siano pubblicamente accessibili, perché solo in questo modo possono essere usate per fornire la guida tempestiva necessaria a ridurre il rischio e le conseguenze dei terremoti indotti”, ha detto l'idrologo dell'USGS e coautore del saggio dottoressa Barbara Bekins.