lunedì 4 novembre 2013

Eureka!

Post di Marco Sclarandis



 A volte un aggettivo può provocare una catastrofe o un miracolo.

Come pure la cecità emotiva di fronte ad una immagine talmente semplice da risultare enigmatica.Se non addirittura insignificante.

Chiunque pensi all’aggettivo “esponenziale”, se non è proprio ignorante fino al midollo, dovrebbe sapere che esiste una curva, anzi una famiglia infinita di curve che portano questo nome. La più celebre di queste curve è la parabola, che è anche una antichissima parola greca adoperata nel più celebre dei testi sacri, la Bibbia, compresa di Vangeli canonici.

Per vedere una parabola basta versare una caraffa d’acqua, e ancor meglio un filo d’olio da un’oliera.L’olio è un fluido più viscoso dell’acqua e fila, appunto, più liscio, e ciò permette di vedere una parabola in modo quasi perfetto.

La parabola, quindi permette di vedere la forma di qualcosa che cresce esponenzialmente verso l’infinito. Sia negativo che positivo. Come crescono le cose che lo fanno crescendo al quadrato, o al cubo o a all’ennesima potenza? Esattamente come lo fanno i cuccioli di tutto il mondo, sorprendentemente.

La parabola generata da x al quadrato, o se preferite alla seconda, quando x è 2, si mette in mostra a chiunque in tutta la sua sinuosa ed elegante potenza.

Uno, 2, quattro 9, sedici, 25, trentasei, 49, sessantaquattro, 81, cento...............diecimila
un milione....................(1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,100,1000, man mano elevati al quadrato)

Meno avvicinabile è la curva esponenziale,  2 elevato alla x

2, 4, 8, 16, 32, 64........1024.........(2 elevato alla 1,2,3,4,5,6...10....)

Ma già 2 elevato alla ventesima potenza dà oltre un milione e alla quarantesima, oltre 1000.000.000.000, mille miliardi. Quindi, 40 alla (2) seconda, che dà 1600, è un numero ancora abbordabile, d’uso praticamente quotidiano. Invece, 2 alla (40) quarantesima, oltre 1000.000.000.000, è cifra da banchieri.

Non parliamo poi di x elevato alla x. Che spunta innocente con un 4 ma poi s’erge tronfio a 27 (tre alla terza) quindi  a 256 e prosegue con 3125 (5 elevato alla quinta).
Dieci diventa subito 10.000.000.000, dieci miliardi. (10 elevato alla decima)
Immaginiamoci che cosa diventa cento.Ricordandoci che cento è nient’altro che 10 x 10, quindi cento moltiplicato per sé stesso cento volte diventa:

100.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000
.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000

Un mostruoso numero di duecentouno cifre. ( 1 seguito da duecento zeri ).

Roba per iniziati della teoria dei numeri, la branca regina della matematica, dove si celano i misteri più insondabili dell’universo.

Noi, Homo Sapiens sapiens, insieme a molte bestie e piante, siamo tutti partiti con l’aiuto d’una funzione esponenziale, 2 alla x. Un ovocita, che in realtà è l’unione di due cellule decisamente asimmetriche, lo spermatozoo e l’ovulo, che si scinde in due, quattro, otto, sedici, trentadue.......

Ma, la suddivisione in realtà è una crescita, altrimenti rimarremmo piccoli come un granello di polline e per noi un’ape sarebbe un terrificante Ciclope. E non prosegue indefinitamente e meno che mai infinitamente.Altrimenti diverremmo Ciclopi noi.
Ad un certo punto inizia una decrescita, non felice, ma felicissima, tanto che porta al cosiddetto “lieto evento”. Sia maschio che femmina.

Decrescita che essa stessa decresce, altrimenti ritorneremmo in polline. Poetico, romantico destino, sarebbe molto pratico per qualunque cassa di previdenza sociale, ma in ogni caso non è ciò che avviene. Tutto, nell’universo conosciuto utilizza crescite esponenziali, che permettono di ottenere cose in tempi ragionevoli,  e non solo biblici e geologici, ma tutto ha bisogno della decrescita, per non invadere o impedire ad altre cose che è necessario, buono e giusto che esistano.

Di fatto, qualsiasi cosa prima o poi è destinata a scomparire.

E la decrescita è uno dei mezzi che serve alla sua scomparsa.

Ma in molti associano la decrescita alla morte.

Stranamente faticano ad associare alla morte la crescita, sebbene i tumori dimostrino che questo tipo d’associazione funziona benissimo.
 
Crescite e decrescite si alternano per creare curve, dette sigmoidi, delle quali quella chiamata “logistica” riassume con sublime bellezza l’andamento della vita d’innumerevoli creature.Le derivate della curva logistica sono poi come Tre Grazie
che insieme cantano la struggente, meravigliosa caducità dell’esistenza.

Un Sandro Botticelli ne sarebbe rimasto estasiato.

Ecco allora che proporrei di chiamare la Decrescita “felice” con un altro aggettivo:

                                                      Divertente

La decrescita divertente.

Sarebbe piaciuta ad un Lorenzo il Magnifico, principe del Rinascimento.

Post scriptum: qual è l’esatto inverso di divertente? noioso, antipatico......
Invece l’inverso di felice è presto fatto, infelice.

E infatti i denigratori della “Decrescita felice” ne hanno subito approfittato.

Marco Sclarandis