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venerdì 23 gennaio 2015

Ancora Seneca: il collasso dell'industria ittica del Regno Unito

Da “Resource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi



Immagine da un articolo di Thurstan, Brockington e Roberts. Descrive il ciclo dell'industria ittica del Regno Unito, che è collassata a causa della pesca eccessiva alla fine degli anni 70.


I due grafici sopra (da un articolo di Thurstan et al. Del 2010) parlano da soli. Abbiamo qui un esempio dalla vita reale dell'eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, cioè, della tendenza delle persone a distruggere le proprie fonti di ricchezza. Altri esempi classici si possono trovare nell'industria delle balene del 19° secolo e nella pesca al merluzzo canadese.

L'eccessivo sfruttamento delle risorse genera tipicamente la “curva di Hubbert”, il nome dato al ciclo di produzione a forma di campana molto famoso per il caso del petrolio, ma che riguarda tutte le risorse che possono essere sfruttate più velocemente di quanto si possano riformare attraverso processi naturali. Il comportamento può essere spiegato mediante modelli matematici ma, qualitativamente, è il risultato della diminuzione dei profitti causati dalle riserve di risorse decrescenti. Sul lungo periodo, i profitti più bassi scoraggiano gli investimenti e il risultato è un declino generale della produzione. Un caso particolare di questo meccanismo è quando l'industria inizialmente reagisce ai ritorni decrescenti aumentando aggressivamente la quantità di capitale investito. In questo caso, le riserve di risorsa vengono esaurite molto rapidamente e il risultato è un collasso del tasso di produzione. Abbiamo ancora una curva a campana, ma inclinata in avanti. Il rapido declino che avviene dopo il picco è ciò che ho chiamato “Dirupo di Seneca”.

Ci sono diversi esempi storici del dirupo di Seneca. Nel caso della pesca, è particolarmente evidente nel caso della pesca al merluzzo canadese e in quella dello storione del Mar Caspio, ma è evidente anche nel caso dell'industria ittica del Regno Unito. Osservate, nella figura sopra, il declino ripido delle catture dei tardi anni 70, è significativamente più inclinato della crescita della parte sinistra della curva. E' questa l'essenza del meccanismo di Seneca. E possiamo vedere molto bene cosa lo causa: l'inizio del declino della produzione corrisponde ad una rapida crescita degli investimenti. Il risultato è l'aumento di ciò che gli autori del saggio chiamano “potere di pesca” - una stima dell'efficienza e della dimensione della flotta di pescherecci.

I risultati sono stati disastrosi, un esempio da manuale di come “tirare le leve nella direzione sbagliata”, cioè di un caso in cui il tentativo di risolvere un problema lo peggiora considerevolmente. In questo caso, più efficiente era la flotta di pescherecci, più rapidamente la riserva di pesce veniva distrutta. E' il meccanismo classico per cadere dal dirupo di Seneca: più si è efficienti nello sfruttare risorse non rinnovabili (o lentamente rinnovabili), più velocemente le si esaurisce. E più rapidamente si finisce nei guai. 

Questo caso, come gli altri, è un disastro talmente sconcertante che ci si chiede come sia stato possibile. Come è potuto accadere che nessuno all'interno dell'industria ittica o nel governo si sia reso conto di cosa stesse accadendo? Nel loro articolo su questo tema, Thurstan e i suoi colleghi non commentano su questo punto, ma possiamo citare un articolo di Hamilton et al sulla pesca del merluzzo dell'atlantico canadese dove dicono “Alcuni dicono di avere visto il guaio in arrivo, ma si sono sentiti impotenti nel fermarlo”. Questa frase sembra descrivere non solo l'industria ittica, ma la nostra civiltà intera.